giovedì 1 luglio 2010

Splendor



lo Splendor è la comprensione completa e istantanea di una grande verità o del frammento di una qualche verità. Se non stai cercando nessuna verità, allora è difficile che proverai mai uno splendor. I monaci lo chiamano estasi mistica. Gli scrittori lo chiamano ispirazione. Cartesio l'aveva sempre al mattino, durante il dormiveglia. Poincarè ebbe uno splendor salendo le scalette di una corriera mentre era in vacanza in montagna. Gauss (secondo la versione romanzata di Kehlmann) ebbe uno splendor mentre faceva l'amore con la moglie... Cardano scrive nella sua autobiografia che poteva avere uno splendor quando voleva e che era molto utile per scrivere libri. Ho un amico che aveva avuto uno splendor mentre faceva l'amore pure lui, ma nel suo caso non aveva dovuto smettere.
Come si vede non c'è una vera e propria regola per lo splendor. Io sono a cavallo dell'ombra della Torre degli Asinelli e la luce del sole mi accarezza ormai il solo piede sinistro. Sono proprio qui, mi metto a "riguardar la Carisenda" e devo coprirmi gli occhi per quanta luce c'è. 
Dove non ci sono regole ci sono solo eccezioni. E' per questo che siamo tutti eccezionali. Basta volerlo. E leggere nemmeno tanto tra le righe quello che i nostri predecessori ci hanno lasciato.
Durante uno splendor si possono fare cose meravigliose o cose molto stupide. Si possono buttare all'aria soldi e vestiti e si può riuscire ad ignorare le belle ragazze che passano. Si possono dimenticare la storia, gli eventi e i personaggi che in quell'istante ci circondano. Tutto quello che conta in quel momento non è altro che il flusso continuo tra la nostra testa e la nostra mano, attraverso questo strano sangue che tinge il manto bianco delle pagine. Dicendo nulla ho detto tutto.
Come l'universo lo splendor è una tappa di breve durata, è un pasto frugale, ma molto energetico. E' grande il pittore che sa quando fermarsi.