Bologna sei una puttana.
Ci fai entrare senza pudore nei tuoi cortili
ci fai sbirciare sotto i tuoi portici,
ci fai intravedere i tuoi giardini,
ma non ci ami davvero. Sei umida
e ci illudi, ti fai pagare caro
perché sai che non ti si dimentica.
Bologna sei una vecchia baldracca.
Sai come fingerti giovane e rivoluzionaria,
come un’adolescente che si è fatta il primo pelo,
ma nascondi le tue rughe reazionarie
sotto uno spesso strato di trucco.
Sei alternativa soltanto in superficie,
e ci illudi, di accoglierci così come siamo,
ti fai pagare caro, di noi ti prendi la nostra meglio gioventù
e te la tieni.
Bologna sei una troia.
Grufoli da mattina a sera
e la notte passano a pulirti la stalla,
ma all’alba puzzi ancora e dopo il tramonto
si fa a gara ad imbrattarti, a pisciarti,
a cagarti addosso. E si vede che ti piace.
Attraverso le tue dodici vagine sfondate
fai entrare una fauna grottesca di studenti marinai,
banchieri pezzenti, piazzisti adulatori,
e immigrati orgogliosi e fieri
che tieni appesi ad un filo
che sembra un’altalena,
e invece è un capestro.
Bologna, sei una nuvola sporca
ci illudi che tra le tue pietre ci sia il cielo,
e ti fai pagare molto caro
questo angolo di paradiso terreno che sei
e duri solo il tempo di un bacio
e hai il fottuto sapore di un addio.