Io so che ho appena avuto un'illuminazione, da un'idea a basso consumo che mi vola intorno, che mi circola addosso come l'aria. In questo paese non c'è più giustizia, non c'è più uguaglianza, non c'è più libertà. Il prezzo della perdita di questi valori, il prezzo della perdita di credito da parte del resto del mondo, il prezzo che paghiamo per permettere a molto pochi di arricchirsi, salvarsi dalla galera e dall'anonimato è lo sfruttamento incondizionato e deliberato delle nostre vite. I ricchi e i potenti lo sono e rimangono tali soltanto se la maggior parte degli altri cittadini dello stato in cui vivono rimangono poveri e impotenti, al loro posto, spesso davanti alla televisione, felici se due perfetti sconosciuti rinchiusi in un appartamento abbastanza più grande del loro fornicano davanti ad una telecamera.
Io so che questo paese è comandato, non occupato. Le istituzioni hanno mostrato il loro volto privato, la loro faccia di bronzo, mentre la loro funzione dovrebbe essere pubblica e non avere nessuna faccia, ma solo un volto: quello di tutti.
Perché questo paese è occupato? perché si è permesso, chi lo ha permesso? La mia abitudine è cominciare dalle origini del mondo, dai profondi abissi dell'inconscio, dalla termodinamica, dalle leggi di natura, ma questa volta voglio rompere lo schema che mi caratterizza, voglio lanciarmi fuori di me, consapevole di voler difendere una sola cosa: la repubblica. Difenderla poiché per fortuna esistono ancora le strade, le mura, i segnali stradali, le panchine, i parchi, i viali, i comuni, le piazze, le spiaggie, le foreste, i fiumi, i mari: questo ed altro è la repubblica, la natura fisica, le costruzioni umane che sono state destinate a noi tutti, salvaguardate per il benessere di tutti da leggi che vogliono regalarci una possibilità di vita che si avvicini nel miglior modo possibile a quello che da sempre vogliamo essere: essere umani. Davanti all'umanità giriamo la testa troppo spesso, davanti all'umanità ci dimentichiamo di noi stessi, davanti all'umanità di qualcuno che ci strappa la pelle gli diamo ragione la maggior parte delle volte. L'evoluzione ci ha spiegato che noi umani possiamo sopportare tutto, che per arrivare dove siamo arrivati abbiamo sopportato l'impossibile, che quando si è trattato di dover versare sangue l'abbiamo fatto.
IO SO che il limite di sopportazione è stato superato, che in questo paese ci sono esseri umani che non vedono e non sentono e non parlano più con altri esseri umani, ma soltanto con dei servi, che ancora pensano di dover sopportare: arriva quel momento in cui l'evoluzione deve fare un salto, e dichiarare davanti alla propria dignità che il passo è stato fatto, che è ora di dire basta. Basta allo spaccio della stupidità che ci fanno passare per intelligenza, basta all'inchinarsi davanti all'autorità fasulla di chi crede di poterci imporre le sue falsità metafisiche, basta all'indifferenza per la natura, per l'energia, per le scienze, che solo se usate male creano danni, in italia sembra che internet e l'informatica siano dei misteri, basta ai compromessi davanti alla carta costuzionale, basta all'ineguaglianza tra immigrati e indigeni, poiché tutti siano soltanto cittadini davanti alla legge e alla repubblica, basta al susseguirsi di rincorse e salti quantici per le imprese che non ci mettono mai del loro, ma solo del nostro, basta al negare la nostra storia, a non scrivere dei politici, a definire sempre e solo questo paese attraverso la sua storia, la sua arte e la sua natura, basta a non considerarlo degno di un futuro da far costruire ai suoi figli, piuttosto di farlo affondare dai suoi padri, basta alle imprese titaniche senza fondamento, basta ai giornalisti che prendono per il culo i lettori, o che hanno paura della verità, basta agli insabbiamenti, basta al rifugiarsi sempre e solo nelle istituzioni europee, o all'affidarsi agli stranieri, come se un'altra lingua avesse maggiore dignità di fronte al vero, basta al credere ogni istante che la tradizione vada salvaguardata e che i vivi debbano mettersi in fila dietro ai morti.
IO SO che è ora di dire basta, io non so perché è questo il momento, ma è proprio per questo che dico che è ora che arrivi.
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