Quando nominerò la parola "piede" assegnandole specificazioni e aggettivi ognuno di voi, miei cari lettori, continuerà a leggere con in testa un'immagine diversa della parte del corpo in questione.
Quando il film "Lolita" di Stanley Kubrick mostra il piede della ninfetta voi, miei cari lettori, continuando a vedere il film avrete fissato in testa la stessa immagine della parte del corpo in questione.
Tutti i piedi che avete visto nella vostra vita: il piede dei vostri genitori, dei vostri fratelli e sorelle, dei vostri amici, il piede dei vostri amanti, i piedi massaggiati, i piedi pestati, i piedi orribili e i piedi belli. Tutti i "vostri" piedi sono richiamati alla vostra mente quando ho nominato la parola piede dicendo che l'avrei nominata. Quando vedete un piede al cinema non c'è verso di fare confronti e di utilizzare i vostri ricordi. E' quello il piede (o il corpo o il viso) di cui vi innamorate. La vostra mente non ha nessuna partecipazione attiva. Riceve (e gode) di quello che vede. La relazione tra la parola "piede" che ho usato a sproposito per spiegare la mia idea e quello che vi richiama è un gioco tutto vostro. Nemmeno nel gioco autoreferenziale che ho fatto con voi facendovi venire in mente tutti i piedi della vostra vita ho alcuna responsabilità. I libri senza i lettori non esistono. E questo post nemmeno. Il cinema è come una statua. La letteratura è come una persona.
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