domenica 17 aprile 2011

il desiderio è rivoluzionario

nell'800, ma anche nel '900, ai Popoli oppressi si promettevano atroci sofferenze  dopo la morte per comportamenti non consoni alla morale tipo: voler votare, votare, voler essere pagati adeguatamente per il proprio lavoro, pretendere un'istruzione per i propri figli. Se avevi questi comportamenti nelle piazze ti sparavano letteralmente. Quelli che invece se ne stavano a casa, lavoravano silenziosamente fino a spaccarsi la schiena, non mandavano i figli a scuola e trattavano la moglie peggio del cane l'avevano capito benissimo: se eri immorale andavi all'inferno e l'inferno, nell'Ottocento (ma anche nel Novecento) esisteva ancora; era un luogo bruttissimo, così brutto che Berlusconi al Governo e ex-fascisti come ministri sembrano il Paese delle Meraviglie (belle, perché uno si può anche meravigliare per cose non belle). Dunque si stava a casa per non finire all'inferno (quando si poteva, poichè la giornata lavorativa poteva anche durare 18 ore, tanto che cazzo facevi? mica c'erano le partite, la radio, il cinema, al massimo picchiavi la moglie o andavi all'osteria con gli amici).
Oggi nessuno più è immorale. Qualcosa è cambiato. Ma non tutto. Cercano sempre di non farti andare a votare, però ti ricordano che potresti andare al mare (c'è un virus, chiamato Quorum, moooolto pericoloso). Al lavoro ti pagano, però non abbastanza per arrivare alla fine del mese, poiché da digiuni è più piacevole faticare e il tempo libero (se ce l'hai) lo passi a invidiare tutti  i  passatempi che non puoi permetterti. L'istruzione ai figli la danno, ma non sempre a scuola c'è posto, i professori sono pericolosi perchè non sanno cosa sono i valori della famiglia e qualche volta raccontano quello che c'è scritto nella Costituzione; ogni tanto una scuola crolla, ma è per ricostruirne una più bella, o almeno per immaginarla. Comunque c'è Internet, Wikipedia è gratis, il lavoro non c'è per tutti, che studi a fare? 
Se queste particolarità della vita moderna non ti piacciono e scendi in piazza a manifestare il tuo sdegno, a chiedere una vita migliore non sei più immorale,  ma sei comunista (che una volta era l'immorale per antonomasia, appunto perché non credeva in Dio dunque non poteva credere all'inferno). Ma se non c'è più l'inferno, vi domanderete miei pochetti lettori, perché ci sono molti che rimangono lo stesso a casa con la vita di merda che fanno? 
Semplice, rimangono a casa a guardare la televisione. La televisione ti racconta la vita di gente che si diverte, che fa un sacco di feste, che tradisce, che ama, che odia, che sforna marmocchi, di macchine meravigliose e luoghi esotici, di mondi che solo essa può mostrarti, di emozioni che difficilmente potrete provare, soluzioni così immaginarie e alternative ai comportamenti di cui prima che il mio blog gli fa una sega.
Questo è cambiato. O con l'inferno o con la televisione ci vogliono soltanto come spettatori. La bella notizia è che non lo siamo. Ogni situazione si da' per creare, vivere e esistere, basta desiderarlo, e il desiderio, si sa, ma in televisione non lo dicono mai, è rivoluzionario.