martedì 27 novembre 2012

Dedicata a Bologna



Bologna sei una puttana.
Ci fai entrare senza pudore nei tuoi cortili
ci fai sbirciare sotto i tuoi portici,
ci fai intravedere i tuoi giardini,
ma non ci ami davvero. Sei umida
e ci illudi, ti fai pagare caro
perché sai che non ti si dimentica.

Bologna sei una vecchia baldracca.
Sai come fingerti giovane e rivoluzionaria,
come un’adolescente che si è fatta il primo pelo,
ma nascondi le tue rughe reazionarie
sotto uno spesso strato di trucco.
Sei alternativa soltanto in superficie,
e ci illudi, di accoglierci così come siamo,
ti fai pagare caro, di noi ti prendi la nostra meglio gioventù
e te la tieni.

Bologna sei una troia.
Grufoli da mattina a sera
e la notte passano a pulirti la stalla,
ma all’alba puzzi ancora e dopo il tramonto
si fa a gara ad imbrattarti, a pisciarti,
a cagarti addosso. E si vede che ti piace.
Attraverso le tue dodici vagine sfondate
fai entrare una fauna grottesca di studenti marinai,
banchieri pezzenti, piazzisti adulatori,
e immigrati orgogliosi e fieri
che tieni appesi ad un filo
che sembra un’altalena,
e invece è un capestro.

Bologna, sei una nuvola sporca
ci illudi che tra le tue pietre ci sia il cielo,
e ti fai pagare molto caro
questo angolo di paradiso terreno che sei
e duri solo il tempo di un bacio
e hai il fottuto sapore di un addio. 

mercoledì 3 ottobre 2012

l'orizzonte dei dementi



quando ero piccolo vedevo la televisione sul televisore, leggevo i romanzi sui libri, ascoltavo la musica dallo stereo dopo averci inserito dentro le musicassette oppure i compact disk; se volevo giocare con un videogame prendevo la console nintendo 64 e l'attaccavo al televisore di cui sopra; se mi passava per la testa di voler approfondire per qualche stupido motivo una notizia, andavo in edicola a comprare un giornale: in esso potevo leggere anche: le previsioni del tempo, gli orari del cinema, potevo fare qualche gioco enigmistico e magari venire informato su qualche escort o su un centro commerciale nelle vicinanze; se dovevo fare una ricerca per la scuola andavo in biblioteca per consultare l'enciclopedia Treccani oppure la UTET, se non trovavo il romanzo che volevo leggere facevo lo stesso e mi perdevo dei pomeriggi tra gli scaffali sotto lo sguardo ebete di un bibliotecario che non sapeva nemmeno che E.A. Poe fosse americano; se non riuscivo a resistere alla voglia di aspettare che dessero in televisione un film di cui avevo sentito parlare, o una serie televisiva o un cartone animato, dovevo cercarli su qualche rivista specializzata (in edicola, o in medioteca, o da amici) e poi stare molto attento perché le videocassette erano delicate, prendevano polvere e le testine dei videoregistratori tradivano sempre; se avevo voglia di vedere un amico dovevo uscire e bussargli alla porta, suonargli al citofono, chiamarlo dalla strada per farlo affacciare alla finestra, oppure telefonargli dalla cabina con una moneta da L.200; se avevo voglia di fare una chiacchierata o di giocare in compagnia, o semplicemente sapere che cosa si diceva in giro me ne andavo in piazza, dove potevo attingere alle varie aree tematiche: bar, notizie di sport; angolo del castello, politica, gossip e nuova legge sulle pensioni; portone panzotto o loggia, nuova partita di droga in arrivo, hanno preso lo spacciatore oppure no?, chi si è messo con chi, chi ha scopato con chi. a seconda della notizia che volevo bastava andare nella parte della città che la conteneva e non ti chiedevano né le credenziali, né l'indirizzo di casa.
oggi, con la semplice macchina che c'è qua sopra (o con una simile) si possono fare tutte le cose elencate qui senza nessun sbattimento che non sia un pigiar di bottoni (che potrebbe anche diventare un neologismo sinonimo di un par di palle) con il conseguente ingrassamento delle chiappe e l'incistamento cerebrale che ne consegue. non si gira più che per bere e nelle discussioni, conversazioni e/o malversazioni beneauguranti si nominano link a siti, nickname e url oppure la più idiosincratica delle frasi: "Se metti X, su Google lo trovi". 
La ricerca, lo sbattimento e il conseguente consumo di chilometri, scarpe, dita e cortesia (perché quando devi chiedere "Me lo presti" devi anche essere persona gentile e degna di fiducia) si è trasformato in una semplice digitazione con successivo download con la conseguenza nefasta che il semplice scaricare sta diventando il surrogato del ben più godurioso consumare e che la maggior parte di quello che c'è nei nostri hard-disk rimane in attesa come in una scatola dimenticata di una cantina buia. 
Lungi da me chiedere che si torni indietro perché anche Dante della selva selvaggia che "Tant'è amara che poco è più morte" ne parlò approfonditamente e non solo "per trattar del ben" che vi trovò, ma anche "de l'altre cose" che nell'Inferno aveva scorte.

giovedì 20 settembre 2012

C'è asta e asta





Nella casa dello studente in cui mi trovo (fino alla fine del mese) c'è una connessione ad internet con un proxy. Il proxy possiede un firewall che controlla le parole immesse nelle ricerche e negli indirizzi (credo sia così, più o meno: questo post non ha la pretesa di spiegare il funzionamento di alcunché, ma solo di mostrarne gli effetti). Essendo molti anni che ci vivo (e ci convivo) so esattamente quali sono le parole inserite in una ricerca o che si trovano nell'indirizzo del dominio a rimandare al sito istituzionale dell'azienda per il diritto allo studio dell'emilia-romagna. Sono parole ovvie: sesso, tette, porno ecc. Anche la parola "pedofilia" e "pedofilo" sono nella lista, con il risultato che non si possono leggere nemmeno le notizie di cronaca negli articoli che le contengono (come se un pedofilo cercasse veramente la parola "pedofilo" in rete!). Un'altra molto interessante soprattutto in questi giorni è "topless". Se la curiosità di vedere il petto nudo della duchessa di Cambrdge vi dovesse cogliere non è qui che la potete cercare. La cosa interessante è che le stesse parole di cui sopra anche se scritte in inglese producono lo stesso risultato. La pagina istituzionale dell'azienda si apre e voi vi sentite un po' colti in castagna, vi vergognate un po', solo un po' però. Perché invece per vedere della sana pornografia è facilissimo. Basta sapere che gli indirizzi dei siti porno non contengono la parola "porno" e quindi la ricerca può dare certamente esito positivo. 
Oggi pomeriggio volevo provare un'emozione. Volevo leggere la storia di Dick Fosbury su Wikipedia, leggere dell'impresa compiuta a Città del Messico, della rivoluzionaria tecnica per il salto con l'asta che ancora oggi porta il suo nome. E invece no. Per il firewall (o chi per lui) Dick Fosbury è una parolaccia, perché in inglese la parola "dick" non è solo un nome di persona, ma si può tradurre con "cazzo, verga, uccello, cetriolo ecc" anche se in effetti, in inglese, se dite "dick" (proprio perché è anche un nome) non state dicendo proprio una parolaccia come se in italiano diceste "cazzo". Misteri delle lingue comunque. Quello che risulta incredibile è che, nel mio caso, cercando un saltatore con l'asta il sistema mi ha pizzicato pensando che fossi in cerca di un altro tipo di asta.

mercoledì 12 settembre 2012

il gioco delle parti





In questo mondo dominato dal capitalismo economico e finanziario ognuno ha la parte che gli spetta. c'è chi si lamenta, chi vive di rendita, chi lavora indefessamente, chi non ama il suo lavoro ma non può permettersi di lasciarlo; c'è chi adora la sua vita tragicamente normale, c'è chi odia il tran-tran quotidiano ma non sa immaginarsi un'altra vita. C'è poi chi è ancorato al vecchio stilema operaio/padrone seguendo il quale se il padrone vuole chiudere la tua fabbrica e licenziarti per ragioni economiche (quindi per giusta causa che più ingiusta non c'è, direi) alla fine si incazza e va davanti al ministero dello sviluppo economico a dare la colpa al ministro. Gli operai di quella fabbrica sono gli unici a sapere se la fabbrica in questione produce davvero qualcosa che ha ancora mercato. O almeno dovrebbero saperlo. Gli operai di quella fabbrica chiedono che il governo intervenga, che interpelli qualche altro imprenditore o gruppo che acquisti la fabbrica. C'è chi dice che lo stato dovrebbe acquistare la fabbrica per non lasciare a casa gli operai. Nessuno, mi sembra, ha pensato ad una soluzione rivoluzionaria. Gli operai che credono davvero nelle possibilità della fabbrica che non vogliono lasciare dovrebbero avere il coraggio di comprarsela. Mettersi tutti insieme, decidere la forma (cooperativa, srl ecc.) e chiedere finalmente qualcosa di sensato al governo: garantire per loro l'accessibilità ai vari mutui che gli operai dovranno per forza aprire con svariate banche (o solo con una). La rivoluzione è il capovolgimento dello stato di cose presenti. Dopo tutta la Storia che ci è passata davanti, sotto, dietro e sopra non riesco ancora a credere che degli operai nel loro sacrosantissimo diritto di veder garantito il loro posto di lavoro non riescano però a prendersi anche la responsabilità di fare qualcosa di proprio pugno. La consapevolezza dei propri diritti sta anche nel non sottomettersi alle ingiustizie altrui. I padroni non sono i salvatori del mondo, ma gli sfruttatori da combattere. Gli operai che ho visto manifestare ce l'avevano con i vecchi padroni, se la sono presa con il ministro dello sviluppo economico (che non si sa cosa ci stia a fare) e non vedono l'ora di avere un nuovo padrone. Non vi sembra un tantino capitalistico, paternalistico e già visto, tutto questo?

sabato 25 agosto 2012

Motto di spirito punk

I COSI - gruppo moderno anni '60

Accadde una sera durante un concerto di musica originale anni '60 al Beat Cafè di San Salvo Marina. Il gruppo sul palco ci racconta con parole nuove e stilemi vecchi di mezzo secolo che lo spirito di un'epoca non è morto e sepolto, ma ha attraversato indenne tre generazioni e può vantarsi di avere ancora qualcosa da dire. L'operazione è a dir poco rischiosa, poichè non è facile portare cover di Celentano, Adamo et similia e poi cantare le proprie canzoni che li echeggiano senza sembrare triti e ritriti. Mi divertono. C'è ancora chi porta in giro blues e chi jazz. Non si può dire che siano invecchiati. Sono classici. La canzone italiana anni '60 (con cui si è espresso anche Paul Anka, coverato anche lui) è qualcosa che abbiamo nel sangue e scorre nelle vene come un rigenerante. 
Il mio amico e poeta punk Raffaele D.G. non è d'accordo. Proviamo a dare dei voti. Per lui sono addirittura inclassificabili. Siccome è punk non si risparmia: "Fanno cacare" dice sorseggiando un rhum. La prima cosa che mi viene in mente è rispondere con un elegante dimostrazione logica di stampo hegeliano dimenticando che è solo un metodo giustificazionista che non riesce a cogliere il pulsante cuore della realtà.
"Se non ci fosse stata questa musica il punk non ci sarebbe stato" dico convinto della verità della cosa. 
"Se non ci fosse stato il punk avremmo ancora questa musica" risponde il poeta. 
L'ho sempre detto che bisogna pensarci bene, prima di parlare.  
Chapeau.

mercoledì 8 agosto 2012

Cinque milioni di dollari



Nell'articolo di Repubblica "Cinque milioni di dollari per studiare l'immortalità" si racconta che al filosofo John Martin Fischer è stata finanziata una ricerca sul significato e i perché dell'immaginario sull'immortalità e la vita oltre la morte. Le domande a cui il filosofo dovrà rispondere sono queste: 1) se e in quale forma le persone sopravvivono, o possono sopravvivere, alla morte del corpo; 2) quanto credere nell'immortalità influenza il carattere, gli atteggiamenti e le credenze di uomini e donne; 3) perché la gente è portata a credere a una vita ultraterrena; 4) se è o meno irrazionale desiderare l'immortalità.
Proverò a fare la stessa cosa gratis, senza organizzare convegni miliardari, senza essere influenzato da chi ha finanziato la ricerca e soprattutto senza pensarci tanto su, perché il vero problema che attanaglia l'umanità è l'utilizzo strumentale del pensiero.
1) Se e in quale forma le persone sopravvivono, o possono sopravvivere, alla morte del corpo. Risposta: voi conoscete di persona, per sentito dire, perché qualcuno dei vostri conoscenti l'abbia conosciuto, qualcuno che è tornato in vita dopo essere stato dichiarato clinicamente morto? Io no, dunque la risposta a questa domanda è che le persone non possono sopravvivere alla morte del corpo. Se così fosse e gli spiriti esistessero molti di noi avrebbero a che fare con gli spiriti di molti morti, soprattutto degli spiriti dei morti famosi, i quali non si accontenterebbero della fama terrena ma continuerebbero molto volentieri a perpetuarla dopo la morte. Per esempio, se ci fosse una vita dopo la morte, Mike Bongiorno avrebbe partecipato, anche se in puro spirito, a tutte le interrogazioni scolastiche degli ultimi anni come presentatore e mediatore tra gli insegnanti e gli alunni, a tutti i quiz radiofonici e televisivi come ospite illustre ecc.. Io non ho mai sentito dire che qualcuno ha mai sentito dire "Allegria!" se non in una registrazione televisiva.
2) quanto credere nell'immortalità influenza il carattere, gli atteggiamenti e le credenze di uomini e donne. Risposta: è davvero incredibile come tutti gli uomini in più alto grado delle gerarchie ecclesiastiche e religiose delle maggiori religioni sulla faccia della terra (esclusa la buddista) facciano a gara ad accaparrarsi potere politico (vedi l'Iran, il Vaticano, lo Stato d'Israele) invece di pregare e sacrificarsi come coloro ai quali chiedono di farlo. I credenti, infatti, sono stati educati a credere nelle religioni suddette e fanno tutto quello che viene chiesto loro dai rappresentanti delle religioni. Quindi la risposta è sì, credere nell'immortalità influenza il carattere di uomini e donne (li spinge ad aver paura della morte, li porta a temere che lottare per una vita migliore possa escluderli dalla vita eterna), e influenza soprattutto gli atteggiamenti e le credenze dei capi delle religioni, i quali, in modo oltremodo terreno fanno credere a tutti i loro seguaci che la vita celeste esista.
3) perché la gente è portata a credere ad una vita ultraterrena. Risposta: perché se, con falsa coscienza, un eminente filosofo o un eminente personaggio o rappresentante di una religione, dicesse chiaramente una volta per tutte che la vita ultraterrena è solo un desiderio o un sogno, gli eminenti di cui sopra non avrebbero lo stesso potere terreno di cui alla risposta 2) e l'eminente filosofo non avrebbe ricevuto cinque milioni di dollari per rispondere a questa domanda.
4) se è o meno irrazionale desiderare l'immortalità. Risposta: ma certo che desiderare l'immortalità è razionale, è crederci ad essere irrazionale.



venerdì 20 luglio 2012

Avventure di sesso virtuale non garantito



Questo resoconto è praticamente vero, ma mi riservo di svelare il nome della persona a cui è capitato.

Succede di sentire caldo nei lombi dopo mesi e mesi che non si ha consuetudine con una donna. Succede di frequentare Twitter aspettando frenetico la foto osè dei propri following di genere femminile. Succede di sognare avventure galanti tra le pietre e le fronde selvagge delle spiagge vicine. Succede che si trovi casualmente un sito dove chiacchieraree tranquillamente con signorine disinibite che per qualche obolo si spogliano tra una battuta e l'altra. Succede l'impensabile. Arriva un messaggio privato (PM) di una ragazza che racconta di non aver ancora ricevuto l'approvazione ad aprire la sua stanza (room) e domanda come stai, se sei nuovo di quel sito, se ti stai divertendo. Quello che rispondi non è importante. Questa ragazza ha cercato proprio te. Come ha fatto a leggerti nel pensiero? A te non interessa davvero il sesso selvaggio, il fisting (anale e/o vaginale, blow jobs (con dildos) oppure doppia penetrazione con giocattoli di colori diversi... No. Ciò che stai cercando è un contatto umano, un incontro, una conoscenza, una vera avventura romantica. Se questa ragazza non la puoi vedere il momento dell'attesa ti carica di eccitazione. Se questa ragazza ti rivolge la parola non sta semplicemente sfruttando la situazione per soldi, perché non sta vendendo la sua immagine, ma la sua anima. Allora le si dà corda. Si parla dei propri interessi e delle rispettive attività, di qualcosa di completamente diverso dalle dimensioni fittizie del birillo biricchino o delle  capacità amatorie dal cursus lunghissimo. Esaurita la breve parentesi tuttavia, la ragazza sa stupire con una semplice domanda. Cosa si direbbe di uno spettacolo gratis in cui lei mostrerà cos'è uno squirting? Si sa cos'è. Si è scienziati, si conosce la lingua inglese, l'anatomia femminile e anche un po' di slang. Ok, è una principessa con le sue giuste esigenze naturali. In cambio si chiede di votare e "ammirare" (admire) il suo profilo una volta approvato dagli amministratori. Per così poco ci si può sacrificare. Naturalmente c'è un inconveniente. Per poterla ammirare è necessario iscriversi ad un sito di chat in cui il suo profilo è già attivo. Lei farà da guida passo passo nella procedura. È davvero premurosa. 
Seguendo il link che ha mandato c'è un form da compilare. Alla fine è richiesta una carta di credito. Ok, ma non si era detto che è free (gratis)? Certo, risponde lei, ma questi soldi (appena $4,99) saranno restituiti, poiché conosce un metodo per avere gratis molti altri credits in modo da assistere al suo show. Ok. Il form viene completato e si va avanti. Lei domanda se è arrivata la e-mail di conferma dell'iscrizione. Certo che è arrivata. Chiede il corrispondente ID che la società ha emesso con la transazione. Ok, si risponde, anche se, da consumatore consapevole, si sa che non si dovrebbero consegnare ad altri i propri dati sensibili, ma quella ragazza vuole fare squirting gratis e si è sensibili ad altri dati in questo frangente. Ti manda un altro link e l'attesa di collegarsi con lei sembra terminata. Invece si arriva su un sito di chat diverso dal precedente e diverso anche da quello su cui si sta chattando in quel momento. Che storia è questa? Non c'è da preoccuparsi, sweety (nessuno ti ha mai chiamato sweety) perché dopo l'avvenuta iscrizione e lo spettacolo verrà insegnato come disdire l'iscrizione. Non si deve pagare nient'altro. "È un modo per farti godere il mio show totally free" ripete. Ok, ma non è stata davvero convincente. Si può pensare ad una truffa. Glielo si dice che forse non è il caso di fidarsi. "Perché non ci sentiamo su skype e facciamo lo spettacolo lì? È altrettanto gratis". La ragazza è reticente. Dice che non ha skype e che il suo computer non lo supporta e non riesce a scaricarselo. "Do you think i'm a fool?" le viene domandato retoricamente. Lei non se la prende. "Hai yahoo messenger?" ti domanda "ci possiamo vedere lì e ti dimostro che non sono una truffatrice" Wow, dice l'uccello all'altezza dell'equatore, "vuoi vedere che mi sono sbagliato su questa girl?". Allora viene messo in download yahoo messenger, si apre un profilo e si aspetta. Arriva una richiesta di contatto. La girl vi guarda negli occhi per circa trenta secondi e poi comunica che la sua webcam è tutta dedicata al sito a cui ti devi iscrivere. "Ti fidi adesso?" Certo, risponde il pappagallo caraibico, e "farai tutto quello che ti dico?" Assolutamente. Non si aspetta altro. 
Viene richiesto di inserire gli stessi dati inseriti precedentemente in un terzo sito. Questo però è un sito strano. La stessa iscrizione è un abbonamento. Fra un mese toglieranno svariati soldini dalla carta di credito e viene comunicato alla girl. Lei ripete per la terza volta che verrà dato ogni aiuto possibile a disdire l'abbonamento in una fase successiva. Inoltre, come se niente fosse, viene chiesto di inserire una tipologia di carta diversa da quella che si ha. È l'unico metodo per avere  i credits gratis e ottenere lo spettacolo for free. Niente di eccepibile, ma siccome non si è del tutto scemi si sa che scegliere per esempio VISA avendo a disposizione una MASTERCARD non è un grande esempio di truffa. Eppure si continua. Lo spettacolo promesso è un macigno sulle condutture che portano neurotrasmettori ai neuroni del cervello il quale non è più capace di giudizi sintetici, ma solo di giudizi estetici. Ma non tutto è perduto. Quando lei  chiede com'è andata tu pensi: "Come volevi che andasse?" e rispondi: "Mi hanno rifiutato la transizione". Al che lei non si scompone e dice che allora manderà il link dove cancellare l'iscrizione a quel sito. Dello spettacolo di poco prima non si parla più. Non le viene ricordato che ci si è iscritti a due siti e il terzo l'ha rifiutata, ma aspetti. Ti manda il link. Lo si apre. La url è sbagliata. Glielo si dice. Ne manda un altro. La url è sbagliata. Il terzo link si apre. "È tutto ok?" ti domanda. "Certo" rispondi e ogni comunicazione viene interrotta. Si sa che qualcuno ha fregato qualcun'altro e lo pensi anche tu, dolce e iniquo lettore. Ma la colpa è dell'autore. Proveremo a riannodare il nastro e a raccontare ciò che non è stato detto finora. 
1) Quando ci si è iscritti la prima volta è stata usata una carta di debito usa e getta;
2) Prima di iscriversi al secondo sito l'iscrizione al primo è stata cancellata senza dirlo alla girl;
3) Per l'iscrizione al terzo è stata usata una nuova carta di debito usa e getta e ci si è cancellati dal secondo sito.

La pagina del link per la disdetta era la vera trappola, ovvero una pagina dove avrebbe potuto copiare i dati della carta per i suoi sporchi comodi. Il giorno dopo sia il profilo sul primo sito che su yahoo messenger non esistevano più. 
Come sono stati usati quei $4.99? Suvvia, un po' di immaginazione e troverete la soluzione...

p.s.: da che mondo è mondo se non esiste il pranzo gratis allora non esiste gratis nemmeno la...

giovedì 21 giugno 2012

Distruggete la Masanto! (recensione)


Questo post è una recensione. Di solito lascio perdere. I libri hanno tantissime cose da dire, ma sono come i consigli. La maggior parte delle volte non richiesti e la maggior parte noiosi. Naturalmente la maggior parte dei libri pubblicati io non l'ho letta, per cui... In questo caso faccio un'eccezione. E la faccio per un'eccezione. Il libro di cui potete vedere la copertina è un romanzo assolutamente fantastico, deliziosamente immaginario e pertinentemente reale. La storia non ve la racconto perché è da scoprire da soli, ma l'evento scatenante di cui vorrei parlarvi è che questo romanzo non l'ho pagato. Intanto è stato il primo e-book che ho letto. L'ho scaricato gratis perché Jacopo Fo è un folle e ogni tanto fa di queste cose che dovrebbero essere normali. Far pagare un file secondo me non ha senso. La carta e il suo valore stampato sopra la pago volentieri, compro libri a decine, ma comprare un file alla metà (o di più) del prezzo di copertina è da pazzi o da idioti. 
Nel romanzo "Distruggete la Masanto!" ci sono tantissimi personaggi e tantissimi spunti di vita e tra questi e quelli voglio raccontarvi di Hubert Heidelberg, l'amministratore delegato della multinazionale Masanto che fa una vita triste tra competitors, riunioni lunghissime e sedute con prostitute d'alto bordo. Per delle ragioni che non posso svelarvi gli viene regalato un "rito taoista con il quale le concubine dell'imperatore Wei della dinastia Shang ricevevano il loro sposo divino al ritorno dalla battaglia", un esperienza che è simile all'andare in paradiso, come provare il più grande piacere (mentale e fisico) più grande del più grande orgasmo che abbiate mai provato. Naturalmente Hubert Heidelberg si domanda perché sia stato scelto per questo "regalo", perché otto donne giovani e bellissime si siano prestate, gratis, a questo rituale. 
Siccome è molto ricco, è molto bastardo ed è un uomo di mondo, sa che non c'è niente gratis. Allora domanda. E gli viene detto che in cambio dovrà semplicemente fare una buona azione. Lui domanda se va bene regalare centomila dollari a dei bambini poveri. Lucy, la prostituta sacra che l'ha contattato, gli risponde che va bene. Quando il rito tantrico è terminato, Hubert Heidelberg non è più lo stesso. Quello che ha provato, quello che gli hanno fatto provare è stato troppo intenso, troppo importante, troppo vero perché lui non senta che c'è sotto qualcos'altro, che quello che ha spinto quelle bellissime donne a portarlo all'estasi non è semplicemente una buona azione in cambio.
Come Hubert Heidelberg ha ricevuto il paradiso gratis, io ho avuto la fortuna di leggere questo romanzo gratis: un romanzo che è davvero come un rito tantrico, ricolmo di verità, di idee, di sentimenti, di amicizie e del concetto mai abbastanza diffuso di come anche le cose impossibili si possano fare se ci si crede davvero, se si hanno gli amici giusti, se si crede in qualcosa più grande di noi: nell'umanità, per esempio. Come Hubert Heidelberg troverà il modo di sdebitarsi, ottenendone allo stesso tempo una nuova vita lo scoprirete leggendo il libro. Il minimo che potevo fare io in cambio del regalo che ho avuto era raccontare di questo romanzo e di questo autore, Jacopo Fo, una specie di Tom Robbins italiano che ha moltissimo da dire e tanto da insegnare. Grazie Jacopo Fo, per il tuo romanzo, per la tua follia, per crederci, ho passato delle bellissime ore a leggere questo romanzo appassionante che ti trascina come un fiume nella sua corrente, ho imparato tantissime cose e penso a questo articolo come un anello della lunga catena che permetterà ai buoni di farcela, di godere e di spassarsela, perché i cattivi pensano di essere furbi, ma non sanno cosa si perdono...


http://www.commercioetico.it/libri/83/Jacopo-Fo/Distruggete-la-Masanto.aspx

e ancora fino a domani potete trovarlo qui:
http://www.amazon.it/gp/product/B007280CZQ/ref=as_li_tf_tl?ie=UTF8&tag=commeetico-21&linkCode=as2&camp=3370&creative=23322&creativeASIN=B007280CZQ


venerdì 8 giugno 2012

la zappa sui piedi

La regina Elisabetta II mentre non riesce a scavarsi la fossa da sola


La crisi economica è un evento surreale con effetti molto concreti. Ogni volta che un grosso ribasso colpisce le borse i telegiornali parlano di miliardi bruciati. Un ottimo esempio di disinformazione. Come se ci fosse un oscuro impiegato che in un ufficio di Piazza Affari spalasse banconote da cento, duecento e cinquecento euro dentro un inceneritore. Io me lo sono immaginato un sacco di volte. La verità è che la crisi (e non dovrei dirlo io) è dovuta ad una cattiva redistribuzione del reddito. I capitali ("molti molti soldi" in gergo tecnico) vengono accumulati, reinvestiti in mercati senza controllo e poi utilizzati per speculare nei mercati deboli, in modo da ottenere un effetto Swiffer. Passano la velina appicicosa e si portano via tutti gli spiccioli come fosse polvere accumulatasi negli angoli. E i giornalisti dichiarano: "Oggi bruciati tot miliardi". 
La crisi economica è endemica in quelle economie non organizzate da un potere centrale in cui ognuno è libero di fare il cazzo che gli pare e in cui le persone vengono illuse di poter coltivare le proprie passioni artistiche, le proprie velleità e i propri sogni, sicuri che non ne pagheranno lo scotto. È questa l'illusione più grande. Se il numero dei lavoratori dell'intelletto (professori, scrittori, giornalisti, artisti in genere ecc.) supera quello dei lavoratori manuali è gioco-forza ottenerne una bella crisi economica. Se tutti quelli a cui è stato consigliato di andare a zappare ci fossero andati non saremmo in questa situazione. Non che zappare sia così facile e forse è così che doveva andare. Abbiamo risparmiato a molti "intellettuali" di darsi la zappa sui piedi. O, in fondo, quel disinteressato invito aveva questo scopo recondito.

giovedì 7 giugno 2012

L'ingegno italiano


L'ingegno italiano è fare la domanda sbagliata.
Un ingegnere viene a casa tua e ti rassicura. La casa è solida come una roccia. E tu non ne sei tanto sicuro, perché hai sentito tutte le scosse di terremoto che ci sono state finora anche se l'epicentro è lontano.
Quella piccola crepa che corre lungo tutto il palazzo in corrispondenza del pilastro portante? È normale, assolutamente normale. Un palazzo non si muove, ma è elastico quel tanto che basta da permettere alla struttura di resistere alle sollecitazioni telluriche. Certo. 
In caso di un sisma di grado richter superiore a 6?
L'ingegnere risponde che quello non è il suo lavoro. Non è pagato per fare test che permettano di stabilire la resistenza dell'edificio. E poi non  lo sappiamo mica se arriverà una scossa così forte, aggiunge.
L'ingegnere italiano dà la risposta giusta alla domanda sbagliata.
A noi italiani ci piace tanto quando ci rispondono qualcosa che nessuno sa.

giovedì 17 maggio 2012

da leggere attentamente


un libro non ha controindicazioni, ma ti sa indicare molte strade.
un libro non ha clausole scritte in piccolo, in qualche caso ha un'inutile fascetta promozionale.
un libro non ha restrizioni di lavaggio, non si restringe con l'inverno e non si dilata con l'estate, al massimo allarga i tuoi orizzonti.
un libro non ha l'elenco degli ingredienti, ma se è fatto con additivi e conservanti stai sicuro che non te lo consiglia nessuno.
un libro non ha date di scadenza, se ti dimentichi di consumarlo ti aspetta tutto il tempo che vuoi.
un libro non ha le note per gli allergeni e se proprio ti fa venire l'orticaria puoi sempre regalarlo.
un libro usato in maniera prolungata ed eccessiva non provoca nausea, vomito, diarrea o mal di testa perché probabilmente è il tuo preferito. 
un libro può farti addormentare, ma di solito sveglia.
un libro può annoiarti, ma se lo abbandoni non ti chiede l'amicizia su facebook.
un libro può farti cagare, ma in questo caso non ti fa scappare al cesso come se avessi la sciolta.
un libro è un oggetto naturale a cui non è stato necessario adattarci.

martedì 15 maggio 2012

Considerazione semiseria sullo sgombero di M.A.C.A.O.


Da un punto di vista strettamente logico non riesco a capire perché ci si indigna di fronte allo sgombero della Torre Galfa di Milano. Gli sgomberati di M.A.C.A.O. provano un sentimento non facile da definire, ma non molto dissimile da quello provato dal proprietario per aver subito un sopruso. In fondo li hanno tirati fuori da un posto che ritenevano giustamente di poter utilizzare. E Ligresti (il cosiddetto proprietario) ha ritenuto di farlo sgomberare dalle cosiddette forze dell'ordine perché riteneva giusto mantenerlo vuoto e inutilizzato, magari progettando di farlo demolire per costruirci ancora. Dunque, perché si indignano se si sentono espropriati di un edificio che avevano espropriato?
L'unica soluzione a questa incresciosa situazione (tutt'altro che immaginaria) è insieme visionaria e  rivoluzionaria: comprarsi la Torre Galfa. L'obiezione è che Ligresti è già ricco e non è giusto che un nutrito gruppo di artisti e precari si accolli una spesa spropositata come questa. Ma perché no? Per i motivi legali e per gli interessi societari che deriverebbero dalla proprietà? Ma allora il problema è organizzativo, non artistico. Forse il problema è economico? Cosa dovete farci con i soldi? Anche se li date a Ligresti lui non sarà mai felice, mentre voi acquistereste uno spazio che nessuno potrebbe più togliervi e ci fareste quello che volete senza perdere tempo dietro alle giustificazioni di dovervelo tenere perché sarebbe un gesto democratico di riappropriazione. 
La verità è che non c'è l'energia democratica per fare nessuna delle due cose: né occupare, né comprare. E la motivazione artistica di M.A.C.A.O. non è evidentemente così forte da ritenere di poter mettere su una raccolta fondi che arrivi a conquistarsi la proprietà di un posto del genere. Il vero atto rivoluzionario sarebbe di prendere il potere per il culo anche se ciò significa seguire le sue regole. Una volta avuta la proprietà si riscriveranno o aboliranno le regole che hanno permesso l'acquisto ed è questo ad essere davvero un atto visionario. Propongo quindi una raccolta fondi per l'acquisto della Torre Galfa. Volete i soldi? Teneteveli, forse noi abbiamo bisogno d'altro...

giovedì 3 maggio 2012

Pezzi di carta


Sto per laurearmi in Scienze Filosofiche. Sto compilando il modulo on-line dell'Università di Bologna. Il sistema valuta i miei requisiti (tasse pagate, esami sostenuti, ecc.) e mi fa andare avanti. Controllo i miei recapiti e clicco su 'Procedi'. Seleziono l'appello di laurea che mi interessa. Inserisco il nome del mio relatore. Inserisco il titolo della tesi e clicco 'Procedi'. Il sistema mi informa:


E a me mi par di cadere dalle nuvole pensando di non aver mai "precedentemente concordato" lo svolgimento della tesi con chicchessia se non con il mio relatore. Cosa posso fare? Non posso andare avanti, il campo è obbligatorio. Non è un esempio di stupidità italiana? Non solo l'Università di Bologna ha informatizzato la procedura, ma l'ha resa isterica. In questa fottuta fretta di digitalizzare ogni cosa e di renderla più accessibile e veloce si sono dimenticati di eliminare la stupidità burocratica, ma non si sono dimenticati di aumentare le tasse. Fino all'anno scorso la tassa di laurea era di 65€. Oggi è di 115€. 50 euro in più senza un vero servizio. Senza sapere cosa facciano veramente gli studenti e i professori, i quali sapendo che la tesi non la leggerà nessuno ti danno tempo di scriverla fino al giorno prima della discussione. Cui prodest? Devo davvero prendermelo questo pezzo di carta?