domenica 14 novembre 2010

la scrittura

la scrittura è nata per contare, enumerare e classificare le proprietà dei re. ancora oggi lo scrittore ha questo compito, mettersi a tavolino e enumerare le proprietà del sovrano di turno, sicuro del fatto che qualcuno leggerà il suo elenco. la scrittura può essere spoglia, una specie di albero senza foglie, in cui il nudo ritratto delle cose è l'aspetto fondamentale del suo periodo. Ma lo scrittore può anche gridare in faccia al suo oggetto quello che nell'elenco non c'è: la provenienza occulta di quelle proprietà, il furto somministrato a chi e a come, riempire di aggettivi la superficiale descrizione degli oggetti. La politica in fondo non ci interessa. I ricchi sono ricchi perché rubano a quelli che non hanno capito perché sono poveri. è una scelta tra la voglia di essere comandati e la voglia di comandare. Se nessuna di queste due strade ti piace il tuo posto è il ciglio, il guard-rail, il marciapiede, in una parola la polvere e l'estranietà, la solitudine di colui che sa ma non sa se scrivere oppure no. Capiranno quello che vuole dire? capiranno quello che sottintendeva quando scriveva, capiranno che i suoi attacchi non sono soltanto tali, ma che c'è davvero qualcuno che vuoi difendere? E questi che difendi sapranno mai che lo hai fatto? Davvero vale la pena consumarsi le dita per l'ingratitudine? 

mercoledì 6 ottobre 2010

De cesso Repubblica (1/2)

a tutte le ragazze e a tutte le donne lettrici di questo blog svelo un segreto che mi porto dentro ormai dalla mia prima esperienza in un bagno pubblico: gli uomini si allenano a sbagliare mira per il solo fatto che non vogliono sedersi sulla tazza. 
La singolare struttura a proboscide dell'uccello dei maschietti (chi ce l'ha alato alzi la mano) permetterebbe loro di eseguire parabole e palombelle degne di un Tiger Woods. Ma cosa succede in realtà? Chi ha scelto di usare il gabinetto per sentire quella leggera ma inenarrabile sensazione che si prova prima di una grande prestazione agonistica non alza la tavoletta (poi vedremo perché) non si protende con attitudine zen davanti alla tazza e il risultato è un lago a destra, uno a sinistra e svariati piccolo stagni sui bordi del centro. Costoro ritengono il loro piscio teleguidato e purtroppo non si avvedono di svariati zampilli incontrollabili, di distanze incommensurabili e parabole tali che nemmeno Cartesio avrebbe saputo calcolarne le traiettorie. Insomma, fuor di metafora e metaforicamente, pisciano fuori dalla tazza... Naturalmente non puliscono, magari perché l'hanno trovato già ben pittato che è inutile rovinare certi capolavori.
Sono dunque convinto, da vero visionario, che per ogni tazza del cesso che gli uomini d'ora in poi troveranno pulita il mondo sarà migliore, ci saranno meno smadonnamenti e meno puzzo, il che equivale a meno schifo, meno paura di prendersi malattie (da paranoico ipocondriaco quale sono mi domando se tutti si lavino le mani anche prima di premere i vari bottoni o di aprire i rubinetti, perché se non fosse così, i germi sul rubinetto te li riprendi quando chiudi e pensi di esserti lavato...), meno sfiducia nel prossimo, la quale ci farà sorridere di più e ci permetterà di stringere le mani che ci protendono con la stessa fiducia con la quale diamo la mano a noi stessi. Ogni sorriso al mondo in più si moltiplicherà e si passerà agli abbracci e dagli abbracci ai trattati di pace, ecc. ecc. 
Tutto comincia con una buona mira. Non fatemi pisciare fuori dalla tazza anche a me, perché io mi siedo.

domenica 12 settembre 2010

io non sono mai stato bambino


io non sono mai stato bambino. non ho mai letto letteratura per ragazzi. non ho un bagaglio culturale perché quello che so non me lo porto dietro come un peso ma dentro come un dono. quelli che scrivono per i bambini non li vedono come futuri uomini, li considerano già perduti e segnano a loro piacimento un confine tra ciò che è per minori e ciò che è per maggiori.
considerare i bambini degli esseri infantili li farà crescere come adulti minorati. considerare i bambini come dei piccoli idioti è non farli crescere mai. io sono cresciuto con Kyaschan, Mazinga Z, Daytarn 3: roba forte, whisky a prima mattina, altro che caffellatte. 
Il mondo lo cambi quando lo hai accettato e per accettarlo devi conoscerlo. Gli adulti sono traumatizzati a causa dell'educazione e propinano a catena questa pestilentifera attività ai loro figli e ai bambini che capitano loro a tiro. Siccome gli adulti non vogliono crescere non possono imporre il loro trauma ai bambini di oggi.
La letteratura per ragazzi è una piaga del ventesimo secolo. Leggete Stefano Benni piuttosto: parla a tutti indistintamente dall'età e non censura nulla. Vietare i film ai minori è come assecondare il taglio dei loro genitali oppure fargli credere che si mettano in funzione al compimento del diciottesimo anno di età. I giovani devono pensare, non si dovrebbe permettere di riempire la loro vita delle sciocchezze che gli adulti hanno inventato sapendo che i genitori hanno paura del vero mondo più dei loro figli.
Il divertimento nasce dalla maturità non dalla falsa ingenuità. Altrimenti lo chiamo con il suo nome: inquadramento delle menti per l'asservimento delle masse.

lunedì 6 settembre 2010

il più grande ingorgo autostradale della storia repubblicana


il più grande ingorgo autostradale della storia repubblicana e posso dire: io c'ero.
pescara-bologna in 8 ore e mezza scarse, un esempio di quanto gli italiani siano uniti soprattutto in tempi di crisi. in vacanza tutti insieme sia all'andata, ma soprattutto al ritorno per non rendere le strade meno affollate delle spiagge, per non lasciare all'immaginazione il sapore di un'esperienza collettiva dall'inizio alla fine.  nessun consiglio, nessuna autorità: tutti come uno yo-yo: 2 km a 120 orari e 20 km a 10 all'ora. gli italiani lo fanno meglio: pagare lo stesso tributo a chi collega l'italia ferraglia per ferraglia. ce n'era talmente tanta che si poteva camminarci senza toccare l'asfalto per mezzo stivale.
la stupidità è un'esperienza collettiva. lo scrivente è stupido perché non ha previsto una convergenza massiccia: pioggia e grandine in emilia, vacanzieri in puglia abruzzo marche e romagna, il campionato mondiale a misano. lo scrivente è altresì stupido per non aver previsto che i suoi compatrioti fossero così stupidi e imprevidenti come lui. Sarà l'aria? l'educazione? mai sentito di esuli volontari che si siano mai pentiti. allora è proprio vero: nemo propheta in patria. fin quando non me ne andrò non mi darete retta. E in Cina non se la passano meglio (vedi foto!).




giovedì 1 luglio 2010

Splendor



lo Splendor è la comprensione completa e istantanea di una grande verità o del frammento di una qualche verità. Se non stai cercando nessuna verità, allora è difficile che proverai mai uno splendor. I monaci lo chiamano estasi mistica. Gli scrittori lo chiamano ispirazione. Cartesio l'aveva sempre al mattino, durante il dormiveglia. Poincarè ebbe uno splendor salendo le scalette di una corriera mentre era in vacanza in montagna. Gauss (secondo la versione romanzata di Kehlmann) ebbe uno splendor mentre faceva l'amore con la moglie... Cardano scrive nella sua autobiografia che poteva avere uno splendor quando voleva e che era molto utile per scrivere libri. Ho un amico che aveva avuto uno splendor mentre faceva l'amore pure lui, ma nel suo caso non aveva dovuto smettere.
Come si vede non c'è una vera e propria regola per lo splendor. Io sono a cavallo dell'ombra della Torre degli Asinelli e la luce del sole mi accarezza ormai il solo piede sinistro. Sono proprio qui, mi metto a "riguardar la Carisenda" e devo coprirmi gli occhi per quanta luce c'è. 
Dove non ci sono regole ci sono solo eccezioni. E' per questo che siamo tutti eccezionali. Basta volerlo. E leggere nemmeno tanto tra le righe quello che i nostri predecessori ci hanno lasciato.
Durante uno splendor si possono fare cose meravigliose o cose molto stupide. Si possono buttare all'aria soldi e vestiti e si può riuscire ad ignorare le belle ragazze che passano. Si possono dimenticare la storia, gli eventi e i personaggi che in quell'istante ci circondano. Tutto quello che conta in quel momento non è altro che il flusso continuo tra la nostra testa e la nostra mano, attraverso questo strano sangue che tinge il manto bianco delle pagine. Dicendo nulla ho detto tutto.
Come l'universo lo splendor è una tappa di breve durata, è un pasto frugale, ma molto energetico. E' grande il pittore che sa quando fermarsi.


martedì 29 giugno 2010

Sul campionato del mondo di calcio (2)


sottotitolo: mettere la moviola in campo per sapere se è goal è come mettere la moviola nel culo degli italiani per sapere chi li sta inculando

La massa (?) di errori arbitrali e l'esistenza di gingilli elettronici ha fatto unire gli antipodi del mondo in una sola voce: vogliamo la moviola in campo! Blatter è favorevole almeno alla cellula fotoelettrica sulla linea di porta. Come sempre nel campo delle cose umane si sposta il problema un po' più in là giusto il tempo di dimenticarsi delle responsabilità personali (?). Quando ci sarà la moviola in campo il tempo a disposizione per il quarto uomo o per l'arbitro o per un quinto uomo dell'ex terna arbitrale sarà gestito direttamente dalle agenzie pubblicitarie, le quali faranno a gara per accaparrarsi quel minuto del fato. Infatti nel calcio le decisioni sono sempre state prese al momento e penso che così si continuerà a fare. Non si può giocare mentre il risultato è in sospeso. I giocatori che faranno? Diranno la loro scrutando il tabellone e se la prenderanno con loro stessi per non essere stati più attenti. E anche quando ci sarà il verdetto (il più presto possibile, si spera) chi sarà davvero contento? 
Il vero pallone della discordia è l'affidabilità delle nostre azioni. Quanti sono gli episodi contestati contro gli episodi incontestabili? Ognuno di noi conosce la risposta: non c'è proporzione. Allora quel momento di attesa frenetica in cui le sorti della partita saranno nelle mani di un giudice, se la tecnologia sarà accolta in campo, per il calcio si fischierà tre volte, perché non migliorerà il gioco, né la giustizia. Miglioreranno soltanto i conti in banca di quelli che speculano su un gioco sapendo che in troppi lo prendono sul serio.

venerdì 25 giugno 2010

ERRORISMO


l'Errorismo è una calamità che miete innumerevoli vittime. Cellule di Errorismo si annidano nelle organizzazioni, negli enti pubblici, nei ministeri e in ogni governo. Anche tu puoi essere una vittima dell'errorismo, ma hai mai pensato che potresti esserne inconsapevole pedina? 
Non esistono leggi contro l'errorismo, non esistono ostacoli per l'errorismo. Tutti siamo contro l'errorismo e ognuno di noi ne è il suo più cazzuto alfiere. l'Errorismo non è metafisico: quante divinità vi hanno presentato e di quante vi siete fidati? l'Errorismo scorre nel vostro sangue e si agita sotto la vostra pelle: non c'è metafora che possa dissimulare, allegoria che i cavalieri della parola possano manipolare, non c'è anacoluto che vi possa salvare.
Non fate ciò che l'Errorismo si aspetta, né ciò che più gli aggrada: è di vedetta sulla torre, non potete nascondervi. E' allo stesso tempo un re tiranno che vi rende liberi e una regina casta che vi promette una notte nella sua alcova.  
Chi non ha mai commesso un atto di Errorismo?
l'Errorismo è per sua stessa natura infallibile.

mercoledì 23 giugno 2010

Tutti i piedi della vostra vita



Quando nominerò la parola "piede" assegnandole specificazioni e aggettivi ognuno di voi, miei cari lettori, continuerà a leggere con in testa un'immagine diversa della parte del corpo in questione. 
Quando il film "Lolita" di Stanley Kubrick mostra il piede della ninfetta voi, miei cari lettori, continuando a vedere il film avrete fissato in testa la stessa immagine della parte del corpo in questione.

Tutti i piedi che avete visto nella vostra vita: il piede dei vostri genitori, dei vostri fratelli e sorelle, dei vostri amici, il piede dei vostri amanti, i piedi massaggiati, i piedi pestati, i piedi orribili e i piedi belli. Tutti i "vostri" piedi sono richiamati alla vostra mente quando ho nominato la parola piede dicendo che l'avrei nominata. Quando vedete un piede al cinema non c'è verso di fare confronti e di utilizzare i vostri ricordi. E' quello il piede (o il corpo o il viso) di cui vi innamorate. La vostra mente non ha nessuna partecipazione attiva. Riceve (e gode) di quello che vede. La relazione tra la parola "piede" che ho usato a sproposito per spiegare la mia idea e quello che vi richiama è un gioco tutto vostro. Nemmeno nel gioco autoreferenziale che ho fatto con voi facendovi venire in mente tutti i piedi della vostra vita ho alcuna responsabilità. I libri senza i lettori non esistono. E questo post nemmeno. Il cinema è come una statua. La letteratura è come una persona.

lunedì 21 giugno 2010

disattivare l'account facebook (non è una guida è un tentativo)



Quando provi a disattivare l'account di facebook ti mettono davanti le foto più tenere dei tuoi amici e ti dicono che sentiranno la tua mancanza, sei sicuro di volerlo fare?
Quando hai deciso di disattivare l'account di facebook devi sapere perché, è obbligatorio. 
Tra le motivazioni puoi scegliere tra lo scontato "Ho un dubbio sulla privacy" (infatti ce l'ho) al più inquietante "Non mi sento al sicuro su Facebook"! Non basta prendere una decisione per poter fare qualcosa? Perché devo motivarla? Mica siamo a scuola: "Maestra posso andare in bagno?" e la Maestra: "Perché?". "Perché ho deciso così" rispondi tu. "Allora vai pure".
Mi sento in bilico su un crostino abbrustolito con l'oliva denocciolata che sta per rotolare via portando con sé ogni cosa. So che non sapete di cosa sto parlando, ma so che avete presente i quiz. E se sbaglio motivazione e non mi disattivano l'account? C'è uno speciale girone per i disattivati in sospeso? Un sito di fuoco e fiamme destinato agli indecisi, ai traditori?
Per qualsiasi opzione hanno un piccolo consiglio da darti: tu non vuoi veramente disattivare il tuo account: non puoi fare a meno di facebook! facebook! facebook! E' strano, non è comparso Zuckemberg dopo aver detto facebook tre volte ad alta voce! "Si tratta di uno stato temporaneo. Tornerò" è la mia preferita. Basta tornare indietro con la stessa e-mail e il gioco-bello verrà ripristinato, come se nulla fosse, come il figliol prodigo verrai accolto nuovamente nelle braccia della famiglia che ti sta facendo un'offerta che non puoi rifiutare. 
La più bella cosa capita con l'opzione "Ho un altro account facebook": nessun consiglio. Sei ancora parte di questo focolare, tu sì che capisci, ci siamo sbagliati, non ce l'abbiamo con te, avevamo capito male. Continua così, fratello.
Insomma, te la mettono in modo tale che ti sembra di star per morire!
Oggi rinuncio, ma domani ce la farò!

sabato 19 giugno 2010

Sul campionato del mondo di calcio



Tutte le grandi squadre europee hanno perso delle partite ritenute facili contro compagini di nazioni ritenute povere o prive di mezzi oppure con una storia sportiva e tecnica che dovevano tenerle lontane dal successo con le "grandi".
Prima della fine delle qualificazioni agli ottavi di finale, vorrei azzardare un'ipotesi che abbia il sapore del no-global, il respiro dell'anti-capitalista e il cuore di un tifoso che ha il calcio nel sangue, ma che preferisce seguire solo i campionati del mondo ritenendoli almeno in superficie più autenticamente calcistici di altri tornei.

Una partita di calcio è qualcosa di molto simile alla vita:
in una finale, la partita di gran lunga più importante, la durata è stabilita, ma a seconda dei contrattempi può esserci il recupero. Se non c'è vantaggio di una o dell'altra, le squadre hanno un tempo supplementare per combattere ancora. Se anche questo tempo non è risolutivo si tireranno i calci di rigore. Giustamente la si chiama lotteria. Borges non aveva poetato che l'invenzione della lotteria a Babilonia altro non fosse che la causa dell'esistenza del destino nel mondo?
Tutti vogliono vincere. Se non ci fosse questo presupposto la partita non verrebbe nemmeno giocata o al più assomiglierebbe ad una pantomima. Come in tutte le vite le circostanze di ognuno contano e come per tutti i pronostici calcistici non sempre è facile dare per scontato qualcosa che può avere realizzazioni multiple.
Cosa è successo alle squadre blasonate dei più ricchi paesi europei?
E' successo quello che succede quando nell'individuare il metodo per la realizzazione di un desiderio facciamo tutto il contrario di ciò che è necessario. Non è un'interpretazione psicologica, io penso proprio ad una spiegazione "scientifica" (e complessa) di certe sconfitte e del primo pareggio dell'Italia.
Questi giocatori cresciuti e pasciuti in club che li abbeverano alla fonte dell'abbondanza quando scendono in campo non lo fanno per giocare al calcio. Discutono di premi, della forma del peso della consistenza della palla (manca la questione non secondaria del grado di rotondità) e dimenticano di rappresentare una nazione, un particolare che nella mia ottica di pace mondiale non lo considererei mai secondario.
Morale della favola. Non è colpa loro, poverini. E' colpa nostra. Li incensiamo, li vogliamo belli e tatuati, ma anche retori e dialettici, li vogliamo morali, ma non moralisti, ligi al loro dovere, ma non esosi, tanto meno spudorati o prodighi... Chi li paga i loro stipendi? chi crea quel mondo di lustrini per quelli che poi ci finiscono dentro con i piedi e con la testa? Siamo noi che li vogliamo così e anche loro che vogliono essere così. Dare da mangiare a un calciatore è sacrosanto, a nessuno si nega una Ferrari, ma vorrei anche vedere giocatori che giocano per il gusto di giocare.
Caro Beckam, se ti disperavi con la tuta da assistente invece di farlo con un completo fumo di londra dal valore di svariate migliaia di sterline, forse il pubblico inglese avrebbe creduto di più alla sincerità del tuo disappunto.

martedì 30 marzo 2010

la vittoria dell'amore


La Lega non ha vinto perché le sue politiche xenofobe hanno cambiato il senso e il significato della nostra costituzione, o perché le scelte economiche avallate dal governo di cui fa parte sono andate nella direzione degli interessi di una piccola parte della popolazione o perché gli stessi diritti civili vengono costantemente sottomessi ai crucci e alle necessità di un ben determinato singolo individuo, ma soltanto perché se ha il coraggio di candidare il figlio di un ministro, allora avrà anche il coraggio di candidare il mio, e il mio, e il mio, ma anche il mio e il tuo, e il suo, e i figli di tutti, e di ognuno e questa non è che la dimostrazione che è sempre l'amore a vincere, sempre.

domenica 7 marzo 2010

10 nuovissime domande a Berlusconi


1) Qual è il suo segreto per mantenere un aspetto così giovanile?

2) Qual è il suo segreto per mantenere la calma in periodi storici così turbolenti?

3) Dove ha trovato le fantastiche idee per risolvere i problemi del paese?

4) Il metodo che usa per scegliere i suoi collaboratori deve essere dei più sottili. Può illustrarcelo?

5) Come si fa a reggere lo stress di tutto il lavoro che sta facendo per l'Italia?

6) In una posizione così delicata come la sua, l'uomo più importante d'Italia, non sente mai il peso delle responsabilità?

7) Se ci fosse uno statista a cui la si potrebbe comparare, chi sarebbe?

8) E' vero che in molti paesi hanno deciso di esportare il modello di politica del suo governo?

9) Un uomo del suo fascino e del suo carisma ha evidentemente una spiccata forza d'animo: non ha qualche debolezza?

10) Perché non te ne vai affanculo?

sabato 27 febbraio 2010

Economimico


economimico agg. s.m. 1. Di persona in gravi condizioni d’indigenza e povertà costretta dalla fame e dalle avverse condizioni atmosferiche (pioggia e neve, vento e sabbia negli occhi) a recitare e/o inventarsi storielle più o meno vere sulla sua reale condizione di diseredato e/o sfigato. 2. Di ente o industria o qualsivoglia attività commerciale che venda fumo e/o aria, contraffacendo prodotti di marca, chiamate in gergo patacche (vedi): una borsa economimica. 3. (raro) In ambienti colti e raffinati di persona che con nonchalance e verve imiti la villana quanto meschina attività dei cosiddetti pechini (vedi), altrimenti detti taccagni (vedi). 4. economimica, scienza del perché e percome tutto quello che facciamo diventa merce e di come mantenere una barca a galla senza che i rematori si accorgano che il capitano se l'è svignata dopo averla riempita di falle; il ministro dell'economimica (vedi foto).

(Etimologia incerta: un famoso filologo, pedagogo e sadituttunpologo afferma provenire da una trascrizione errata della parola “economico”, preziosismo volgare per indicare tutto quello che vilmente e indecorosamente osasse riferirsi al denaro; l’errore sembra possa attribuirsi all’insano gesto dell’imitazione, vetusto gioco da tavolo detto “mimo”, consistente nel muovere le braccia e le gambe, i muscoli maxillofacciali nonché gli occhi, per esprimere emozioni e/o intenzioni o addirittura (sembra incredibile!) per raccontare storie di varia natura sempre imperniate sull’imitazione della vita reale; i due termini si fusero misteriosamente. La scienza che prese il sopravvento su tutte le altre scienze esistenti, comprese l’Enalottologia e la Totocalciologia, l’Economimica, sembra teorizzasse la possibilità di fare soldi attraverso la suggestione e l’imposizione di un bisogno non reale di prodotti inutili. Uno strumento di cui si ignorano sia la forma che i materiali, efficacissimo per ottenere risultati certi e che per anni persuasero il mondo scientifico dell’esattezza dell’Economimica era la pubblicità. Strane forme di stampa, ritrovate recentemente, mostrano uomini e donne con strani oggetti addosso o in mano: taluni ritengono trattarsi di pubblicità, altri smentiscono categoricamente, negando perfino l’esistenza dell’Economimica e attribuendone l’invenzione ad un insano gioco tra amici).


martedì 16 febbraio 2010

la relatività del genio


Si può essere dei geni e contemporaneamente essere pieni di sé.
Cartesio andò in Svezia su invito della Regina Cristina e lì è morto di freddo. Giuro! Einstein andò in Svezia per ritirare il premio Nobel per la fisica e al suo ritorno Hitler stava iniziando a tessere le proprie maglie autoritarie con un giornale antisemita. Quando il potere passò nelle sue mani, nel 1933, Einstein era ospite del Re del Belgio. Secondo voi:
a) tornò in Germania; b) morì di freddo; c) costruì una barchetta di carta con cui circumnavigò il globo per dimostrare alla chiesa cattolica - che era ancora congelata dal 1609 - che la Terra è una sfera; d) nessuna delle tre precedenti; e) l'autore del presente articolo (non determinante ai fini della vittoria della seconda guerra mondiale, ma forse influente nella terza guerra d'indipendenza dopo il governo Craxi... ve le ricordo: prima guerra d'indipendenza contro la legge Mammì; seconda guerra d'indipendenza contro la legge Gasparri; terza guerra d'indipendenza contro la legge tout court fino alla caduta di Berlusconi) è un genio; f) togliendo la parentesi dopo "Berlusconi" e mettendola prima di "Berlusconi" nell'opzione precedente il senso dell'articolo cambia; g) finalmente Sua Ontà è tornato a scrivere - avevo finito tutti gli stimoli per le mie evacuazioni; h) la terza soluzione, come nelle equazioni di terzo grado, è immaginaria; i) se questa soluzione fosse al quadrato sarebbe uguale a -1.
Chi risponde correttamente al quiz avrà in premio l'equivalente del contenuto della borsa di Diogene di Sinope (si ringrazia dell'idea l'Accademia dei Sillografi).