venerdì 14 ottobre 2011

della scrittura creativa


Ho sempre odiato i corsi di scrittura creativa. Sono secondi solo ai concorsi letterari (e quelli autorevoli sono presidenti onorari della mia lista personale). La ragione è semplice. Lo scrittore o gli scrittori che tengono il corso (come per esempio Lucarelli e la sua Bottega Finzioni) dove hanno imparato a scrivere? Non lo dicono. Se lo dicessero mi basterebbe andare da chi o da cosa ha insegnato loro a scrivere. Sarebbe molto più facile che versare dei soldi. Parecchi soldi. Perché a me pare che se uno vuole partecipare ad un corso di scrittura creativa per imparare ciò che non è riuscito a imparare da solo, allora forse dovrebbe prima imparare a leggere. Questo vale per la tecnica. Se stiamo invece parlando di cosa scrivere, allora siamo in alto mare. Solo imparando a giudicare il proprio lavoro si impara a scrivere. E le idee non può insegnartele nessuno. 
Nel caso di Bottega Finzioni è assolutamente vero che l'autorevolezza di Lucarelli & Co. è garantita, persino da me. Metterei la firma per partecipare. Ti danno pure una borsa di studio per almeno un corso, se non te lo puoi permettere e il tuo ISEE è sotto una certa soglia. Ma non è tutto oro quel che luccica. Per esempio: per accedere c'è una selezione. Per partecipare alla selezione c'è una quota da pagare: 50 euro. Partecipano alla selezione i primi 200 che versano la quota. Degli altri non si capisce se gliela restituiscono oppure no. Eppure per serietà si potrebbe evitare al 201° (e a quelli successivi) di tirare fuori la bella banconota arancione. 
Dicevamo dell'autorevolezza. Su questa non ci piove. Lucarelli mi fa impazzire come scrive (n.b.: questa frase è un anacoluto) e sono sicuro che è all'altezza del compito che si è prefisso. La sua Bottega è in partnership con Einaudi, la Rai e altri. La finalità del corso è di imparare a scrivere scrivendo. Sceneggiature, fumetti, libri & altro. L'idea è di avvicinare aspiranti scrittori a persone che lavorano già nel mondo editoriale e di farle lavorare su progetti concreti: tutto ciò è allettante e sicuramente proficuo per molti. Il vostro nome comparirà nei titoli di testa, tra gli autori di un libro scritto a più mani ecc. Ma perché devo pagare per scrivere e sperare di farmi conoscere, quando è il mio lavoro che dovrebbe essere pagato? In italiano questo genere di contributi ha un nome ben preciso: marchetta. Baudelaire diceva che tutti gli scrittori sono delle puttane. E infatti aveva ragione. Ma non si è mai vista una puttana che paga per farsi scopare.

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